martedì 14 febbraio 2012

Be my Valentine...


San Valentino
la festa di ogni cretino
che crede di essere amato
ma poi ci rimane fregato!
Al di là dei “TI AMO”, “MI VUOI SPOSARE?” e dolcezze varie degne di un Willy Wonka de noantri, il ritornello di cui sopra è quello più ripetuto da quelli che, magari, si dedicano ai festeggiamenti nella seconda settimana di Novembre.
Oggi è la festa degli innamorati, e come poteva mancare un post da parte mia, ultimo spadifero di una generazione combattente in nome dell’amore romantico. L’amore che move il Sole e l’altre stelle, il motivo ispiratore di tante opere, centro di gravità delle migliaia di baci catulliani, il sentimento vero e puro che segna la linea di demarcazione fra l’uomo e l’animale, mentre altri sentimenti rendono sempre meno evidente questa linea di Maginot dell’evoluzione.
Nei giorni che ci introducevano a questa settimana è venuta a mancare una delle migliori cantanti degli ultimi tempi, Whitney Houston. Lungi dall’essere retorico come tanti servizi televisivi che si sono susseguiti e si susseguono in tv sui maledetti della musica, bisogna dire che quando si muore così ci se la va a cercare, ma ciò non toglie che la musica prodotta da questa grande artista rimanga nell’universo delle liriche.
Molte delle sue canzoni sono legate all’amore, e questo ancora una volta testimonia il fatto che è proprio l’amore la vera musa ispiratrice dell’arte, e sempre lo sarà.
Ai giorni nostri c’è molta confusione su cosa significhi amare. Sia chiaro, non che una volta fosse meglio, in realtà ogni tempo ha avuto i suoi problemi e le eccezioni ci sono sempre state. Molto spesso ci si sposava per necessità, “tanto l’amore verrà…”, altre volte per stupide tradizioni giustificate da motivi religiosi che lasciano il tempo che trovano, e oggi si torna in alcuni casi ad una sorta di sentimento neandertaliano in cui non si distingue il desiderio di accoppiamento dal vero amore.
Io, come già precedentemente presentatomi, mi vedo costretto a sguainare la spada e a difendere, per quello che posso, questa nobile emozione (tanto con l’arco già ci se la vede qualcun altro! J ).
Vedete, non voglio assurgere a insegnante del’amore, ma voglio solo esprimere quello che penso a riguardo.
È troppo facile dire che per amore bisogna rinunciare a qualcosa, bisogna pensare all’altro, ecc… ma tra il dire e il fare c’è tutta l’acqua del mondo, non il mare.
Le persone hanno bisogni, e due persone insieme hanno ancora più bisogni, che stranamente non rispondono alla semplice moltiplicazione matematica, ma sono maggiori, così come maggiori sono le emozioni per ogni persona.
Nel vero amore ognuno gioisce delle gioie dell’altro, ognuno soffre delle altrui sofferenze, e insieme spesso si trova la forza per superare qualsiasi cosa, per affrontare i problemi. Anche una normale litigata può essere una fertile occasione di conoscenza per due persone che, checché se ne dica, sono comunque “straniere”. Bisogna sopportare, bisogna concedere e non concedere, bisogna aggiungere alla normalità un pizzico di magia in modi quasi alchimistici. Non bisogna lasciare i fiorai ai funerali o alle inaugurazioni di locali o altre festività, non è vero che alle donne non piacciono i fiori se piacciono anche a me che sono uomo e piacciono anche a chi ne è allergico ( ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale ;) ).
Non bisogna sostituire le assenze con i regali, anche se sembrano un buon modo per compensare le mancanze. Ma mi sento di sfatare un piccolo mito che l’amore bisogna alimentarlo giorno per giorno, o almeno mi sento di sfatarlo secondo l’accezione che a volte assume questa frase. Non bisogna stare insieme ogni singolo minuto della giornata perché l’amore diventa abitudine e, infine, monotonia, non bisogna ridurre tutto alla semplice presenza fisica. Una telefonata a metà mattina inaspettata, un caffè appena svegli, una pizza o anche un panino ma mangiato in due può valere come mille crociere sul Nilo.
L’amore è nascosto nelle piccole cose, è troppo semplice essere felici sullo yacht!
La gioia di guardare negli occhi la persona che ami che è felice per te, la forza che si trova in quegli stessi occhi nei momenti di difficoltà vale molto di più di qualsiasi grandiosità materiale, perché è la testimonianza del vero amore. La ricetta dell’amore è passione, compassione, con un pizzico di magia e una gran dose di gioia di vivere, e nulla può negare il fatto che l grandi storie sono quelle in cui si divide tutto con l’altra persona pur mantenendo le proprie identità separate.
Per quanto mi riguarda nella mia personale ricetta aggiungerei e cerco di aggiungere sempre una dose molto abbondante di magia e di romanticismo, perché credo che anche nelle piccole cose a tutte le donne piaccia sognare! Basti pensare al fatto che il mio film preferito è Notting Hill (di cui spero apprezzerete il video a lato della colonna sonora, un pezzo meraviglioso!), in cui una grande attrice di Hollywood si innamora della semplicità di un venditore di libri, che magari riusciva a darle nel suo piccolo più di quanto altri potessero darle. Chi ha già tanto cerca lo speciale, chi non ha niente cerca il tanto per poi accorgersi della meraviglia delle piccole cose…
Adesso vi lascio, perché questo post è iniziato come un riassunto delle puntate precedenti della fiction “AMORE”, è andato avanti schioppettando in aria come la bacchetta di una maestrina d’altri tempi, ed è finito come una sorta di proverbio. Auguro un buon San Valentino a tutte le coppie che leggeranno questo post, nella speranza che il loro amore, se è quello con la A mastodontica, possa durare sempre e per sempre.
Un TI AMO fa sempre piacere, non comodo.
E io sono un cretino?

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