Ci sono artisti
che hanno segnato, o che continuano a segnare la nostra vita.
C’è chi è
rimasto figlio dei fiori, che ha vissuto il ’68, gli anni della ribellione.
Che dal tentare
improbabili strimpellamenti di inni nazionali rock version è passato alla disco
music, per poi arrivare a vedere i propri figli o i propri nipoti avere in
qualcosa di più piccolo di un accendino l’intera discografia di un artista.
Ecco, un artista
che ha segnato la mia infanzia e che ancora oggi, dopo la sua scomparsa,
continua a stupirmi, è il re del pop: Michael Jackson.
Tutti, ma
proprio tutti, sappiamo dei vari record battuti da questo grande della musica,
dei milioni di copie vendute con “Thriller”, degli assoli di chitarra famosi
contenuti nei suoi brani.
Adoro, adoro davvero
le sue canzoni più pop, sono sempre sempre attuali. Ma la mia preferita,
stranamente, è “Man in the mirror”.
Vedete, se non
la conoscete vi consiglio di ascoltarla: personalmente ogni volta che la sento
mi prende un magone dentro, è davvero fantastica.
E fantastico è
il testo, perché aiuta a riflettere: basta leggere solo il ritornello per
capire il senso della canzone:
“I'm starting
with the man in the mirror
I'm asking him
to change his ways
No message could
have been any clearer
If you wanna
make the world a better place
Take a look at
yourself, and then make the change”
Non c’è bisogno
di traduzione. Il cambiamento parte da noi stessi, il mondo cambia se siamo noi
che cambiamo per primi.
Lo specchio, il
riflesso di quello che siamo, oltre che riflettere aiuta a riflettere. Non ho
mai pensato fosse un caso, una coincidenza l’uso di questo verbo.
Riflettere.
Io non adoro
stare davanti ad uno specchio, praticamente nemmeno per vedere se un vestito mi
calza a pennello o meno.
Semplicemente,
non mi piace. E forse so il perché…
Allo specchio
sono costretto a riflettere, a guardarmi negli occhi, a capire cosa della mia
giornata, della mia settimana non sia andato bene, cosa io abbia fatto per me e
come mi sia comportato.
Non so se la
sensazione che provate voi è la stessa, ma per me a volte è problematico
guardarmi negli occhi.
Non reggo il mio
sguardo.
Però, volente o
nolente, la mattina appena sveglio devo lavarmi la faccia, e sono costretto a
guardarmi allo specchio, fosse anche per soli 2 secondi. E in quei 2 secondi
decido come dovrà essere la mia giornata, in cosa potrò dare il mio contributo,
come potrò essere partecipe del cambiamento.
Vi invito a
farlo, mettetevi davanti allo specchio e guardatevi negli occhi senza
superficialità. Vedrete che nessuno di voi reggerà lo sguardo della propria
anima, e che anche il più pio avrà qualcosa da recriminarsi.
Però con il
giusto occhio riuscirete a dare una carica diversa alla vostra giornata, e vi
sentirete fieri di voi stessi perché realizzerete ciò che pensate.
O almeno ci
proverete.
Anzi, ci
proveremo.
Iniziamo dall’uomo
nello specchio.
Davvero un uomo quello che vedi nello specchio, Angelo! :-)
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