giovedì 23 giugno 2016

L'uomo nello specchio

Ci sono artisti che hanno segnato, o che continuano a segnare la nostra vita.

C’è chi è rimasto figlio dei fiori, che ha vissuto il ’68, gli anni della ribellione.

Che dal tentare improbabili strimpellamenti di inni nazionali rock version è passato alla disco music, per poi arrivare a vedere i propri figli o i propri nipoti avere in qualcosa di più piccolo di un accendino l’intera discografia di un artista.

Ecco, un artista che ha segnato la mia infanzia e che ancora oggi, dopo la sua scomparsa, continua a stupirmi, è il re del pop: Michael Jackson.

Tutti, ma proprio tutti, sappiamo dei vari record battuti da questo grande della musica, dei milioni di copie vendute con “Thriller”, degli assoli di chitarra famosi contenuti nei suoi brani.

Adoro, adoro davvero le sue canzoni più pop, sono sempre sempre attuali. Ma la mia preferita, stranamente, è “Man in the mirror”.
Vedete, se non la conoscete vi consiglio di ascoltarla: personalmente ogni volta che la sento mi prende un magone dentro, è davvero fantastica.
E fantastico è il testo, perché aiuta a riflettere: basta leggere solo il ritornello per capire il senso della canzone:

“I'm starting with the man in the mirror
I'm asking him to change his ways
No message could have been any clearer
If you wanna make the world a better place
Take a look at yourself, and then make the change”

Non c’è bisogno di traduzione. Il cambiamento parte da noi stessi, il mondo cambia se siamo noi che cambiamo per primi.
Lo specchio, il riflesso di quello che siamo, oltre che riflettere aiuta a riflettere. Non ho mai pensato fosse un caso, una coincidenza l’uso di questo verbo.

Riflettere.

Io non adoro stare davanti ad uno specchio, praticamente nemmeno per vedere se un vestito mi calza a pennello o meno.
Semplicemente, non mi piace. E forse so il perché…
Allo specchio sono costretto a riflettere, a guardarmi negli occhi, a capire cosa della mia giornata, della mia settimana non sia andato bene, cosa io abbia fatto per me e come mi sia comportato.
Non so se la sensazione che provate voi è la stessa, ma per me a volte è problematico guardarmi negli occhi.
Non reggo il mio sguardo.
Però, volente o nolente, la mattina appena sveglio devo lavarmi la faccia, e sono costretto a guardarmi allo specchio, fosse anche per soli 2 secondi. E in quei 2 secondi decido come dovrà essere la mia giornata, in cosa potrò dare il mio contributo, come potrò essere partecipe del cambiamento.

Vi invito a farlo, mettetevi davanti allo specchio e guardatevi negli occhi senza superficialità. Vedrete che nessuno di voi reggerà lo sguardo della propria anima, e che anche il più pio avrà qualcosa da recriminarsi.

Però con il giusto occhio riuscirete a dare una carica diversa alla vostra giornata, e vi sentirete fieri di voi stessi perché realizzerete ciò che pensate.
O almeno ci proverete.

Anzi, ci proveremo.


Iniziamo dall’uomo nello specchio.




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